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Riflessioni sul Perdono, sulla Dignità e sulla Riconciliazione

secoli hanno insegnato che in politica, nelle relazioni internazionali, nella diplomazia ciò che appariva immutabile è invece arrivato in modo apparentemente improvviso, inatteso alla sua fine; questioni che sembravano di impossibile soluzione si sono invece dischiuse in modo altrettanto inatteso, allorquando un nuovo paradigma si è offerto, spiegato, imposto agli spiriti e alle coscienze.

Il negoziato, l’interposizione, la restituzione, gli organismi internazionali, l’impegno delle religioni per la pace – prima che nascessero sembravano obiettivi irragiungibili. E sono invece diventati ciò senza cui oggi non sapremmo nemmeno pensare.

Oggi molte situazioni vecchie e nuove sembrano avere trovato nel conflitto una tragica stabilità, e nella violenza un dato prevalente. E c’è uno strumento che ha iniziato a farsi presente sulla scena internazionale – i processi di perdono e riconciliazione – che ha agito su quadranti altrimenti condannati a rimanere come erano.

Per questo, davanti ad una bibliografia ormai corposa e a situazioni ormai note, ci sembra necessario sollecitare uomini con maggiori responsabilità politiche e con la sensibilità spirituale più ampia a chiedersi dove e come il perdono può diventare uno strumento d’incontro: per affinare il tema, spogliarlo da residui ideologici, renderlo meno vago.

Le domande che seguono vogliono costruire così una intervista parallela collettiva: 

per far sentire la convergenza degli spiriti grandi di questo mondo così lacerato, la sintonia fra le generazioni: il loro contributo sarà discusso in un foro permanente che si aprirà a Roma e che vuole essere un laboratorio per fare e per pensare.

1. I negoziati di pace, generalmente, sono incentrati sulle dimensioni politica ed economica. Quale è la Sua percezione della necessità di toccare aspetti più profondi e genuini della riconciliazione e come si può ottenere questo?

2. Quali sono le condizioni nelle quali, al di là dell’assicurare gli interessi della parti in conflitto, può essere stabilito un processo incentrato su un senso di equità e dignità?

3. Quanto il perdono è essenziale alla dimensione della riconciliazione? Alla radice della Sua cultura politica e/o della Sua fede religiosa quali sono i principi che implicano o escludono il perdono? Quali versi o detti che fanno parte del Suo personale patrimonio spirituale possono, nella sua opinione, avere un significato universale?

4. Il perdono richiede qualche forma di pentimento da parte di coloro a cui il perdono viene offerto? Il perdono ha condizioni o è senza condizioni?

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